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Questo libro è una provocazione. Destinataria, la comunità civile e religiosa. Muovendo da alcuni fatti giornalisticamente interpretati, che rinviano a vari livelli di responsabilità istituzionale, l'autore interpella la città, nella cui trama legge evidenti segni di degrado. Le pagine si snodano sul canovaccio di Trahison des clercs, l'appello agli intellettuali lanciato da don Tonino Bello: a non disertare i luoghi del vivere e dell'impegno sociale; a non chiudere gli occhi di fronte alle situazioni «di miseria, di disoccupazione, di violenza, di ingiustizia, di violazione dei diritti umani, di affossamento dei valori, di degenerazione della qualità della vita»; a non stare «più a guardare le stelle, come nei romanzi di Cronin». Perché «intanto la città muore».